Una rara e preziosa pietra blu

Isotta Jewels è alla ricerca continua di nuovi valori espressivi per i suoi gioielli. Una rara e preziosa pietra blu, che è riuscita a racchiudere in sé il mare e la volta stellata di un cielo notturno, ha attirato la mia attenzione, mentre disegnavo i miei gioielli, suscitando vive emozioni e profondi sentimenti.

Infatti, il connubio fra il Cielo, che ha una valenza simbolica maschile, rappresentando il potere e l’ambizione, e il Mare, che è femminile e rappresenta l’istinto e lo Sconosciuto, ha stimolato nuove energie creative.

Una rara e preziosa pietra blu fu scoperta nel lontano Oriente tra le montagne del Badakhshan se ne parla già nella Bibbia (Esodo 24:10) e nella letteratura sumerica, segnatamente nel poema Enmerkar e il signore di Aratta, il Lapislazzuli era simbolo di ricchezza, insieme all’oro, all’argento e ad altri metalli preziosi.

La pietra blu per la sua rarità è stata impiegata per realizzare opere di grandissimo pregio artistico ed esprimere un fasto principesco.

Il colore blu si afferma, verso la fine del Medioevo, il più bello e nobile fra i colori simbolo della dignità reale, con esso saranno dipinti i manti della Madonna e dei re di Francia

Importato in Europa in quantità importanti dai mercanti veneziani, il lapislazzuli era conosciuto come “ultramarinum”, cioè proveniente da “al di là del mare”, da cui il nome di oltremare. Famosi sono i cieli blu di Giotto nella Basilica di San Francesco ad Assisi e il noto ciclo di affreschi della Cappella degli Scrovegni di Padova.

L’azzurro ‘oltremarino’, decantato come “colore nobile, bello, perfettissimo oltre tutti i colori” da Cennino Cennini, erede di Giotto, nel suo trattato, dove descrive nei dettagli il modo di ricavare il pigmento prezioso dalla macinazione della pietra.

Nel Rinascimento, la preziosità del materiale fu particolarmente apprezzata dai Medici le cui coppe, vasi e anfore, mobili intarsiati e piani di tavolo sono ammirati, ancora oggi, in tutto il mondo.

Nel 1956 l’artista francese Yves Klein mise a punto un particolare blu, molto profondo, utilizzando un pigmento oltremare sintetico mescolato ad una resina industriale. Questo colore, ricordo quasi perfetto di quel lapislazzuli impiegato per dipingere i manti delle Madonne del Rinascimento, diventerà celebre con il nome di International Klein Blue («IKB»). Il blu di Klein avrebbe dovuto rappresentare l’immateriale, la forma pura dello spazio e, pertanto, il blu era infinito come il cielo.

Per la scorsa estate, ho realizzato una collana abbinando un prezioso lapislazzuli, dal bellissimo color blu, al bianco delle perle e al rosso vivo del corallo mediterraneo; presto, ne realizzerò una ispirata al cielo.

Siete in tanti ad apprezzare le mie creazioni e per questo vi ringrazio!